Come possiamo attivare un passaggio da vizioso a virtuoso?
In che misura dipende da noi la possibilità di attivare un circolo virtuoso partendo da un evidente circolo vizioso?
Ho pensato di rappresentare il passaggio con un’immagine.
Una catena di montaggio:
- quattro persone > A, B, C e D
- tanti pezzi da produrre
- obiettivo comune > produrre più pezzi senza difetti, in poco tempo
Il primo giorno la persona A commette un errore, passa il pezzo alla persona B che passa a sua volta il pezzo alla persona C commettendo un secondo errore, e così via fino a perdere il pezzo perché difettoso.
La stessa dinamica si ripete più volte in quella giornata e nessuno crede di avere un qualche merito o demerito in relazione alla produzione del giorno. Secondo D dipende da C, per C è colpa di B, secondo B dipende da A, per A è colpa di sua moglie o del caffè bruciato bevuto al bar.
Tutti cercano di chi sia l’origine del difetto e nessuno prova minimamente a modificare qualcosa nella propria attività e nel proprio atteggiamento.
Stessa catena di montaggio, qualche giorno dopo.
Per un qualche motivo B prende coscienza del valore del suo lavoro, del tempo e dell’impegno comune.
La persona A commette un errore, passa il pezzo alla persona B che decide di fermarsi, buttare via il pezzo e fare una pausa con la persona A.
Proprio così, un time out, una pausa a bordo campo, un break per riprendere fiato insieme e riallinearsi più serenamente.
Da quel momento ci saranno altri momenti difficili, altri errori, ma si è innescato un meccanismo virtuoso che porterà solo positività.
Non importa molto da chi sia scaturita la propositività, non è così rilevante chi ha premuto l’interruttore per passare da vizioso a virtuoso.
Spesso infatti l’interruttore lo premiamo dentro di noi e il nostro cambiamento determina la svolta.
Diventa molto difficile decidere di cambiare atteggiamento in determinate situazioni “tossiche”, che tendono a bloccarci in termini Professionali e relazionali.
Ma questa è la sfida.
E tu quando premi l’interruttore?