La tendenza comune è pensare che “qualcosa in meno” sia un’espressione con una forte accezione negativa.
Pensiamo sia negativo:
- avere qualcosa in meno
- possedere di meno
- avere meno valore
- essere meno belli, forti o intelligenti rispetto a qualcun’altro
Possiamo continuare all’infinito stilando una lunga lista di situazioni in cui meno = negatività, inferiorità, carenza, mancanza.
E invece non è sempre così, ne sono sicura.
Facciamo qualche esempio?
- avere meno pensieri = tranquillità
- meno artifici = spontaneità e naturalezza
- meno ego = umiltà e onestà
- utilizzare meno parole = sintesi, chiarezza e trasparenza
In particolare soffermandoci sull’ultima riga dell’elenco esemplificativo notiamo quanto la quantità di parole incida sulla scorrevolezza di un testo.
Si intende parole dette e parole scritte, ma in ogni caso saper dosare e utilizzare correttamente la comunicazione è fondamentale.
Fondamentale per un Professionista che non sempre è consapevole del proprio valore. Così inizia a nascondersi dietro un flusso di parole poco costruite che confondono solo le idee del proprio interlocutore.
Allo stesso modo un Professionista troppo sicuro di sé tenderà a sovrabbondare nell’uso delle parole, in questo caso per mettere l’altro in difficoltà facendolo sentire in difetto.
Dunque la sintesi come mezzo di comunicazione spontaneo, diretto e trasparente.
Non tanto mille arzigogoli verbosi, bensì riuscire a semplificare per rendere il proprio messaggio comprensibile anche a chi non “mastica” ambiti e dinamiche di matrice tecnica.
Proviamoci a partire dalla semplice quotidianità, perché la sintesi è un dono ma va anche coltivata.